La prima missione su Marte con un'astronave atomica fu proposta dalla General Electric fin dal 1963. Quattro soli uomini sarebbero sbarcati sul pianeta a bordo di una navetta alata, situata alla sommità, restandovi solo 5 giorni, mentre il grosso del veicolo sarebbe rimasto in orbita marziana. Il lancio avrebbe potuto essere effettuato nel 1971. Per alimentare il reattore nucleare, stimato di bassa potenza, l'astronave sarebbe stata sovraccarica di serbatoi d'idrogeno liquido. Gli occupanti avrebbero vissuto su due ponti e avrebbero avuto un rifugio dove ripararsi dalle radiazioni delle tempeste solari, enormemente più pericolose del reattore. La missione si sarebbe svolta a gravità zero. Oltre agli uomini, la navetta di sbarco avrebbe potuto trasportare 2500 kg di materiale. Tutto il superfluo sarebbe stato abbandonato sulla superficie di Marte.

MISSIONE SU MARTE DELLA GENERAL ELECTRIC, 1963

Nel 1969 von Braun propose una missione marziana che sarebbe partita il 12 novembre 1981, sarebbe arrivata a destinazione il 9 agosto 1982, e avrebbe fatto ritorno sulla Terra il 14 agosto 1983. "La spedizione interplanetaria consisterà di 12 uomini a bordo di due navi che voleranno in formazione. Le due navi saranno lanciate in orbita circumsolare da razzi nucleari. 280 giorni dopo entreranno in orbita marziana, e vi rimarranno per 80 giorni. Durante questo tempo compiranno escursioni sulla superficie. Per il ritorno sulla Terra, i motori nucleari verranno accesi una seconda volta. Le astronavi di ritorno passeranno abbastanza vicino al pianeta Venere per sfruttare il suo campo gravitazionale per frenare la velocità. Una volta tornate in orbita terrestre e rifornite, le astronavi saranno pronte per un altro viaggio su Marte". Entrambe le astronavi sarebbero state lunghe 90 metri, di forma cilindrica e munite di gravità artificiale unendole con un cavo e facendole ruotare alle due estremità. I componenti per montarle sarebbero state lanciate in orbita terrestre da una serie di Saturn V. Sfortunatamente, ogni piano simile fu annullato dal presidente Richard Nixon.

ALTRE STRANEZZE COSMICHE: RAZZO A TRE STADI XLS-01 CON 4 VETTORI UNITI INSIEME, PER ESPLORAZIONE LUNARE, 1958. A DESTRA IN ALTO: RICOGNITORE LUNARE RM-1, COMPLEMENTO DELLA STAZIONE SPAZIALE DI VON BRAUN, 1955. A DESTRA IN BASSO: "TAXI SPAZIALE", 1959 (All Courtesy Allen B. Ury)

I russi considerarono la possibilità di un viaggio su Marte fin dal 1956... con un immenso veicolo a propulsione convenzionale, l'MPK, dalla massa di 1600 tonnellate, che avrebbe richiesto circa 25 lanci dell'N-1 (l'equivalente del Saturn V) per essere assemblato in orbita terrestre. L'equipaggio sarebbe rimasto sul pianeta rosso un anno. Il progetto fu fortemente sostenuto da Korolev. Nel 1960, Korolev e altri proposero per la prima volta l'uso della propulsione atomica in un veicolo lungo ben 175 metri, il TMK-E, con cinque capsule di sbarco contenenti un vero e proprio "Treno marziano" anch'esso atomico, che avrebbe incessantemente percorso la superficie sempre per un anno intero. Particolare cura fu rivolta al comfort dei passeggeri, che dall'interno, in maniche di camicia, si sarebbero serviti di braccia meccaniche. Anche dopo la morte di Korolev, nel 1969, fu varato un progetto Aelita per far sbarcare su Marte almeno tre uomini per una settimana, con una nave massiccia e affusolata come una spada di 150 tonnellate. La nave sarebbe stata montata in orbita da due lanci dell'N-1 in versione potenziata. Ma nel 1972 una commissione decise che gli sforzi sarebbero stati troppo immani e cancellò ogni piano sovietico per Marte.

ASTRONAVI A PROPULSIONE MISTA NUCLEARE-ELETTRICA

E chi avrebbe guidato le astronavi atomiche? "Cyborg", cioè piloti spaziali adattati biologicamente al nuovo ambiente cosmico. Questa parola, in seguito popolarizzata dalla science fiction, fu coniata nel 1960 da due medici di nome Manfred Clynes e Nathan Kline. Perfino i loro cuori avrebbero funzionato a energia atomica, come quello alimentato da 100 grammi di plutonio che Lowell T. Harmison, del National Heart and Lung Institute americano, trapiantò su un vitello nel 1972. Il divulgatore Albert Rosenfeld, nel libro del 1969 The Second Genesis, ne fornisce un'eccellente descrizione. "Un cyborg progettato per l'astronatica somiglierebbe ancora a un uomo, ma assai strano. Sarebbe racchiuso in una tuta aderentissima, senza bisogno di pressurizzazione perché i suoi polmoni sarebbero parzialmente collassati e il sangue al loro interno refrigerato, mentre la respirazione... e la maggioranza delle altre funzioni corporee... verrebbero svolte per lui da minuscoli organi e sensori, alcuni dei quali attaccati all'esterno del corpo, altri impiantati chirurgicamente. Anche la bocca e il naso sarebbero sigillati nella tuta, dato che non ne avrebbe bisogno per respirare. I cyborg comunicherebbero tra l'uno e l'altro trasmettendo via radio gli impulsi elettrici delle loro corde vocali. Un sistema computerizzato in miniatura, che riceverebbe ed emetterebbe informazioni per regolare il corpo al mutamento d'ambiente... manterrebbe stabile il metabolismo del cyborg nonostante le radicali fluttuazioni nella temperatura e nella pressione. Il cyborg viaggerebbe nel vuoto dello spazio in una cabina non pressurizzata, passeggerebbe sulla Luna o su Marte protetto da caldo, freddo e radiazioni da una vasta gamma di sostanze chimiche pompate direttamente nello stomaco o nel flusso sanguigno. I rifiuti sarebbero trattati chimicamente per trarne altro cibo. I frammenti di materia di scarto totalmente inutile verrebbero depositati automaticamente in un piccolo contenitore posto sulla schiena".

CYBORG ADATTATI ALL'AMBIENTE SPAZIALE (SINISTRA E CENTRO) E ACQUATICO (A DESTRA)

I cyborg non sarebbero stati soli. Li avrebbero accompagnati astronauti messi in letargo. In America 2000 il dr. Albert Salomon, autorità in fatto di anestesia, disse: "Lavoriamo molto in questo senso e con l'aiuto di un farmaco ancora allo studio, sono certo che a breve scadenza arriveremo al successo. Troveremo il sistema di provocare la morte apparente e di prolungarla a tempo indeterminato: gli scienziati spaziali ci fanno fretta perché hanno bisogno di uomini 'imbalsamati' da spedire sugli altri pianeti con viaggi che potranno durare anche un decennio". Il biologo J. B. S. Haldane propose di modificare i futuri esploratori del cosmo in modi bizzarri: "Una scimmia dotata di una coda prensile si adatterebbe meglio a un basso campo gravitazionale. Forse un giorno sarà necessario trapiantare code al genere umano". Haldane suggerì anche di amputare gli astronauti delle gambe, sempre per economizzare spazio e risorse e perché a gravità zero le gambe si sono dimostrate inutili e ingombranti. Charles Townes, premio Nobel per l'invenzione del laser, affermò infine che "l'uomo dovrebbe avere una taglia più piccola. Uomini più piccoli consumerebbero meno risorse e sarebbero più adatti ai lunghi viaggi spaziali". Il culmine fu raggiunto dal biologo E. S. Hafez, che suggerì di mandare nel cosmo embrioni umani da far crescere meccanicamente all'arrivo. "Se si considera quanto costa in carburante un lancio spaziale, perché inviare uomini e donne già cresciuti? Dopotutto, stiamo lavorando duramente per miniaturizzare i componenti delle astronavi. Perché non i passeggeri?" Ma forse nulla di tutto ciò sarebbe stato necessario, perché G. Harry Stine calcolò nel 1961 che, estrapolando la storia dei record di velocità dei veicoli, risultava che nel 1982 questa sarebbe divenuta infinita, permettendo, fra l'altro, i viaggi interstellari.

LA CONQUISTA DELLO SPAZIO VISTA DA POPULAR MECHANICS

"In effetti" disse Arthur C. Clarke in Profiles of the Future "è stato seriamente suggerito di allevare persone più piccole per risparmiare sul cibo e le materie prime. Anche una riduzione del 10% dell'altezza media della razza umana avrebbe un effetto considerevole, perché gente più piccola avrebbe bisogno di case, auto, vestiti più ristretti. Non ci sarebbero più nani, ovviamente, se tutti fossero alti un metro, e allora il mondo potrebbe sostenere confortevolmente il doppio della sua popolazione attuale". Non solo questo: al principio dell'era dei computer, quando costavano milioni di dollari, il fisico Curtiss R. Schafer asserì che sarebbe stato più economico munire di elettrodi il cervello di un neonato e trasformarlo in computer umano per il resto della vita. Nello stesso periodo, nel 1962, il professor Roger A. MacGowan parlò delle rosee prospettive del progetto SETI: "I tentativi miranti a intercettare notizie trasmesse da intelligenze extraterrestri sono assolutamente legittimi. Quando saranno in funzione i grandi radiotelescopi, questi sforzi verranno coronati da successo. Ciò avverrà tra 10 o al massimo 20 anni". Non solo, ma anche gli alieni sarebbero stati cyborg: "Appena dotata di intelligenza, la vita inizia a sostituire le proprie componenti biologiche con componenti meccaniche".

VEDUTE DEL PIANETA VENERE TERRAFORMATO © Lars Norlin

C'era la possibilità opposta: invece di modificare gli uomini, rendere abitabili i pianeti, o "terraformarli", per usare il termine esatto. Nel 1961 Carl Sagan ebbe il primo spiraglio di notorietà proponendo di terraformare Venere in soli pochi anni di tempo, sganciando nella sua atmosfera dei carichi di alghe cyanophyta. L'atmosfera di Venere è composta di anidride carbonica: le alghe l'avrebbero trasformata in ossigeno respirabile. Poi avrebbe iniziato a piovere, abbastanza da ricoprire il pianeta di due metri e mezzo d'acqua. Sfortunatamente, le successive scoperte su Venere mostrarono che le alghe non sarebbero sopravvissute. Nel 1962 i russi svelarono un piano per terraformare la Luna, estraendo ossigeno dalle sue rocce, e anche accelerando la sua rotazione con un bombardamento di asteroidi. Il problema era che la debole gravità lunare avrebbe trattenuto l'atmosfera solo per pochi secoli. Nel 1969 il fisico americano Fred S. Singer propose di rimediare all'inconveniente... facendo esplodere al centro della Luna una superbomba atomica. La bomba avrebbe fatto implodere il satellite, che, diventando più piccolo, avrebbe acquisito sulla sua nuova superficie una gravità sufficiente a trattenere un'atmosfera per sempre.


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