Nel 1933 un giovane inglese, Philip Cleator, lesse dell'AIS sulle pagine di Amazing ed ebbe l'idea di fondare la British Interplanetary Society, una associazione che cercò addirittura di progettare un razzo per la Luna nel 1939, contrentanni di anticipo sull'Apollo! 32 metri per 6, scorte di cibo per 20 giorni, sistema di supporto vitale identico a quelli attuali. Avevano calcolato ogni minuzia, dai cibi altamente proteici alle tute di gomma da riparare col mastice come le ruote di bicicletta, ai razzi di segnalazione per mostrare l'avvenuto arrivo sulla Luna, a una buona scorta di denaro se gli astronauti fossero ricaduti sulla Terra in qualche regione barbara. Costo preventivato, 200 000 sterline d'allora.
Nel 1936 si unì alla BIS il suo membro più illustre, e cioè Arthur C. Clarke, autore di decine di saggi e romanzi e sceneggiatore del film 2001: odissea nello spazio, che dopo la guerra cominciò a destare coi suoi articoli un vasto interesse. Il più noto fu senza dubbio Extraterrestrial Relays, apparso nel 1945 sulla rivista di radiotecnica Wireless World, e che gli fruttò nel 1963 una medaglia del Franklin Institute per il suo valore profetico. Si trattava, infatti, della prima descrizione di un satellite artificiale per telecomunicazioni. Clarke affermò più tardi di aver preso lidea da una serie di racconti di George O. Smith apparsa su Astounding e intitolata Venus Equilateral.
E un altro scienziato-scrittore di SF non si limitò a immaginare satelliti, ma li costruì davvero: si trattava di John Pierce, ricercatore capo dei Bell Telephone Laboratories, che progettò l'Echo e il Telstar. L'Echo fu un semplice pallone gonfiato del diametro di trenta metri che, rivestito di vernice metallica, si limitava a riflettere i segnali senza amplificarli: grosso e brillante com'era, per molto tempo fu visibile a occhio nudo. Fu seguito da un Echo II di 40 metri. Il Telstar, lanciato il 10 luglio 1962, fu invece un vero satellite elettronico analogo a quelli moderni, che consentì di ritrasmettere programmi TV in diretta. Con lo pseudonimo di J. J. Coupling, Pierce fu a lungo un collaboratore abituale di Astounding. Arthur Clarke fu inoltre uno dei maggiori divulgatori astronautici degli anni '50 e '60, e cominciò con un volumetto intitolato Il volo interplanetario, seguito da quello che diventò un vero best-seller, L'esplorazione dello spazio, e, sempre sui satelliti artificiali, La fabbrica della Luna. Infine, commentò per la CBS le imprese lunari di Apollo XI e XII, insieme all'astronauta Walter Schirra.
La stupefacente intuizione dei satelliti avuta da Clarke non fu un caso isolato. Come scrisse Lester del Rey nel 1960: "La via dello spazio è lastricata di buone invenzioni, e la maggior parte sono idee di scrittori di fantascienza." Ecco alcune invenzioni della SF che vengono oggi studiate seriamente dagli scienziati: razzi economici capaci di partire anche da un parcheggio per auto e di portare uomini in orbita con poca spesa, come il Venture Star della Lockheed (Razzo G.2, di Robert Heinlein); colonie spaziali come quelle di Gerard O'Neill e altri (Lontano dalla Terra, di Tsiolkowskij); terraforming di altri pianeti per renderli abitabili, suggerito per la prima volta dal compianto Carl Sagan (Il millennio dell'antimateria, di Jack Williamson); messaggi radio da altri mondi, come nei diversi progetti SETI di Frank Drake (L'ultimo marziano, di Raymond Z. Gallun); viaggi interstellari a propulsione atomica, come in uno studio della stessa BIS chiamato Progetto Daedalus (L'allodola dello spazio, di E. E. "Doc" Smith).